PARLIAMO di AMORE
Posted by Francesco Saverio Simone
LA TERZA STANZA
01:03
di Patrizia Lùperi
Edda Conte ci parla di amore
“…forse ai nostri giorni manca un ingrediente che permette a due persone di vivere insieme, giorno dopo giorno, per tutta la vita?”…
E’ una domanda, una provocazione. Tutto sommato anche un rammarico sottinteso.
“…forse ai nostri giorni manca un ingrediente che permette a due persone di vivere insieme, giorno dopo giorno, per tutta la vita?”…
E’ una domanda, una provocazione. Tutto sommato anche un rammarico sottinteso. Il brano, tratto dal romanzo “La Terza Stanza”, sottintende infatti una grande tristezza, per qualcosa che si vorrebbe che ci fosse ancora ma che forse non c’è più. Nella coppia capita sempre più spesso la situazione simile a quella che si vive sul luogo di vacanza: si vuole essere contenti ad ogni costo, apparire felici, soddisfatti delle nostre scelte o vorremmo invece…?
Le domande sorgerebbero e si troverebbero anche le risposte se uno avesse la pazienza di soffermarsi a considerare se stesso e… gli altri. Così nella vita a due, così nell’amore, non quello dell’alba, ma quello dei giorni, delle settimane dei mesi degli anni.
L’amore infatti non è solo infatuazione o passione o tenerezza o illusione o affetto tranquillo o… sesso. Ecco, l’ho detto. L’amore non è sesso, o almeno non è solamente sesso.
Quanto sesso si fa ai nostri giorni. E soprattutto quanto se ne parla. E’ ormai oggetto di conversazione e di libero consumo. A qualsiasi età. Ma l’amore?! Quanti si preoccupano del valore reale dell’amore? O sono disposti ad ammettere che ancora esiste questa parola? Non si usa più l’espressione “fare l’amore” sostituita da quella molto più disinvolta di “fare sesso”.
Evviva la spregiudicatezza del nostro tempo! Ma non lamentiamoci poi se non si crede più all’amore. Via, gettiamo via queste parole obsolete: amore, sogno, fantasia…
E’ iniziato un nuovo anno. "Si può fare di più” è l'augurio che ci accompagna in questi momenti. Facciamo davvero di più: cerchiamo di rintracciare quell’ingrediente raro che permette che due persone vivano insieme tutta una vita. Forse esiste ancora .
Io ci credo. Quei due de “La Terza Stanza” lo hanno ampiamente dimostrato. Auguri.
Grazie / Quando / alle sei del mattino / (o prima o dopo) / cerco la tua spalla / la vita ricomincia / perché ci sei / quando / la sera ti cerco / per addormentarmi / mi abbandono piena di fiducia / perché ci sei / quando / nelle giornate buie / del mio male / mi passi la mano tra i capelli / sopporto meglio / perché ci sei / quando / a passeggio / mi tieni la mano / e scambiamo parole / cammino serena / perché ci sei / quando insieme ridiamo / per qualche sciocchezza / anche a questi anni / la vita è bella perché ci sei.

Posted by Francesco Saverio Simone
on 01:03.
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Questo post è così intenso che non posso commentare con prontezza. Attendo, dunque. Attendo che emergano da sole le sensazioni e che si trasformino in parole. Perchè parlare d'amore non è cosa da poco... per me, per noi de La terza stanza.
giusi
L'amore tra due persone del sesso opposto per me non esiste. C'è la voglia di possedere l'altro, di sentirsi protetti, di non camminare da soli.
La coppia è una prigione invisibile che ci costruiamo da soli. Porta solo sofferenza e mancanza d'ossigeno.
L'amore filiale esiste, l'amore per gli amici e gli animali ma quello di coppia credo sia una grossa ingombrante favola che ci raccontavano da bambine.
Per quanto mi riguarda, amore vuol dire fare il bene per l'altro esenza chiedere nulla in cambio, ma è un'illusione perchè l'egoismo èm innato nell'essere umano, e anche quando si crede di fare l'interesse dell'altro, in realtà si fa il proprio.
Lasciare libero l'altro, completamente libero di esprimersi e di essere sè stesso, gioire dei suoi successi e incoraggiarlo a non lasciarsi andare.
Non pretendere ma dare dare dare. Ed essere felici nel dare senza sentirsi mai proprio mai in credito con l'altro. La gelosia è possesso. La coppia è una gabbia invisibile. Solo l'amore per i figli, e per gli animali è completamente disinteressato.
La natura umana è disgustosamente ipocrita ed egoista. Non è fatta per l'amore di coppia.
Ariel
Ariel riprenditi,
concediti qualche sogno, qualche riflessione ulteriore sull'amore, su tutte le specie di amori... in coppia o senza coppia, per bambini o per adulti, tutti insieme,impegnati affannosamente a cercare di prendere il volo
quelli de La terza stanza
Addirittura mi avete scritto tutti insieme!
Era solo una provocazione e l'esasperazione voluta di alcune mie teorie poco romantiche e alquanto pessimistiche di quand'ero adolescente.
Ariel
Io condivido in parte ciò che ha scritto Ariel. Però credo anche nelle eccezioni e nelle "magie" che l'amore può fare!
giusi
Ho apprezzato molto alcune riflessioni di Ariel, in particolare il concepire l'amore "come dare, donare, fare il bene per l'altro", e l'importanza di altre forme di amore, ad esempio per gli animali, che personalmente avverto con particolare sensibilità. Condivido anche in parte le sue idee sull'amore di coppia. Probabilmente il "grande amore" romantico, perfetto e' un'illusione e una favola; tuttavia, come dice giustamente anche giusi, lasciamo aperta la speranza...
Il sentore di rabbia ed eccessivo pessimismo dall'aroma vagamente adolescenziale con cui cercavo di portare avanti la mia tesi per cui l'amore puro non può esistere tra uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna (come coppia chiusa) mi ha portato a trarre frettolose conclusioni.
Ho infatti dati per scontati passaggi essenziali del mio pensiero, come se chi legge potesse leggermi dentro pur non conoscendomi. Insomma ho peccato di leggerezza, e questo mi capita assai spesso.
Tornando al discorso sull'amore, ho capito, sulla mia stessa pelle ma anche ascoltando le persone che mi circondano, che troppo spesso per non dire quasi sempre almeno un componente della coppia pur dichiarando di amare l'altro "per quello che è" cerca in tutti i modi di cambiarlo a sua immagine e somiglianza, o meglio secondo l'immagine interiore che ha dell'altro.
In "Leggere Lolita a Teheran", c'è un punto nel primo capitolo, che si intitola per l'appunto "Lolita", dove Azar Nafisi sottolinea che sia Nabokov che il personaggio di Humbert, "carceriere" della bambina Dolores, parlano di "appropriazione solipsistica di Lolita".
Che significa?
La Nafisi, durante il seminario con le sue ragazze, evidenzia una scena di "Lolita", apparentemente secondaria, in cui il corruttore va a prendere la piccola al campo estivo, e fa notare una serie di oggetti accostati l'uno all'altro con illusioria casualità, tra cui alcune farfalle o falene ancora palpitanti inchiodate al muro.
Questa è una spia essenziale che prefigura il destino della giovane fanciulla:
Lolita è piena di vita, ma il suo corruttore tende spesso a criticarla per la sua superficialità e conformismo, oltre a scarsa fantasia e minima predisposizione all'introspezione e alla cultura.
Tuttavia, egli ama ed è sedotto dal "cattivo gusto" di questa ninfetta, che ovviamente non avendo libertà non ha possibilità di crescere ed evolversi come un'adolescente serena.
Lolita è alla continua ricerca della normalità, del sentirsi simile alle sue coetanee, ma le è negato anche questo perchè Humbert pretende, avvalendosi ipocritamente del suo titolo di unico tutore, di avere il pieno controllo sulla vita di lei, impredendole così di uscire, vedere i coetanei, partecipare alla recita scolastica...
Lolita anzi Dolores (che è il suo vero nome e infatti, come nota la Nafisi, evoca sofferenza), è una prigioniera: come nota il folle Humbert quando la piccola,scossa dai singhiozzi per avere ricevuto da lui la notizia della morte della madre, si rifugia tra le sue braccia nello squallido scenario di un motel a basso costo, "Non aveva altro posto dove andare...".
Ecco l'appropriazione solipsistica: Humbert si giustifica tacciandosi da suo salvatore, quando in realtà le rovina la vita. Humbert, come molti uomini (ma anche donne) si appropria dell'esistenza di Lolita, come se fosse una cosa sua, una creatura che se lui non esistesse non avrebbe a sua volta vita.
L'amore sognato e pensato, se proiettato su una persona reale, rischia di diventare pericoloso e folle, perchè al momento in cui le aspettative non corrispondono all'immaginario, una persona disturbata può diventare violenta ed estremamente possessiva.
"Ciò che avevo follemente posseduto" ci informa Humbert "non era lei, ma una creatura mia, una Lolita di fantasia forse ancor più reale di Lolita...senza volontà nè coscienza-anzi, senza nemmeno una vita propria".
Così Lolita, farfalla piena di luce, viene inchiodata sempre palpitante e privata delle sue ali che sono la sua libertà.
Se questo per voi è amore...
Ariel