GIORNALISMO E CECITA': UN BINOMIO POSSIBILE

GIORNALISMO E CECITA': UN BINOMIO POSSIBILE


Ancora un argomento nuovo per molti di voi della nostra cara Rosa Mauro
Oggi vorrei affrontare un argomento che occupa spesso le domande dei miei interlocutori, parenti non esclusi.
L'argomento in questione viene fuori ogni qualvolta si arriva alla mia professione ed inizia con una immancabile domanda:
"Ah, scrivi? E come fai?"
Variante della domanda è la citazione indiretta quando vengo presentata a qualche nuovo ospite:
"Lei scrive e legge… eppure è praticamente cieca!"
Accompagnata spesso da tono eccessivamente enfatico.
Per quanto mi piaccia alimentare il mio mito, per il bene mio e dei miei colleghi giornalisti disabili visivi, pagati e non, è meglio che chiarisca subito una cosa:
Scrivere con una disabilità visiva non richiede abilità particolari.
Naturalmente la cosa più importante è fornire un esempio pratico, quindi, vediamo come ho scritto questo pezzo, partendo dalle premesse di base, cioè gli strumenti indispensabili :

1) Pc o smartphones dotati di sintesi vocale.
Per fortuna, nel 2013, ne abbiamo un'ampia gamma, da windows a mac, passando per l'ultimo sistema android ed iOS, montati su molti smarphones e tablet.
Volendo, anche una barra braille, che si collegherà anche lei a detti strumenti, io ho usato un imac che ho da due anni e mezzo circa.

2) Elaboratore testi, ce ne sono di accessibili sia free sia a pagamento, dipende da cosa dobbiamo scrivere. Per un testo come questo articolo, che non richiede grafiche particolari, inserimento di link, etc, può andare bene wordpad per windows e itext express per mac.. per i tablet il discorso è diverso e più complesso, ma diciamo che con pochi euro anche lì trovate la applicazione corretta. Io sto usando itext express

3) Tastiera, virtuale o fisica, questa è una scelta personale, visto che con i tablet e gli smartphone di ultima generazione c'è il touch o volendo la dettatura vocale.
La sintesi leggerà ciò che scrivete nella modalità caratteri o parole, e con la punteggiatura che avrete deciso vi sottolinei.
In questo caso, io scrivo con una tastiera fisica estesa, modalità a caratteri e parole naturalmente anche uso della punteggiatura.

A questo punto, per quanto riguarda questo articolo, conoscendo io già l'argomento, sono a posto e devo solo cominciare a scrivere.
Ma mettiamo il caso debba scrivere di un argomento nuovo su cui mi devo documentare… come faccio?

1) Documentazione su internet.
Purtroppo dipende da terzi la possibilità di documentarmi su internet. Molti siti hanno già previsto una pagina html che contiene il testo per facilitare il lavoro della sintesi vocale.
Tale pagina è solo testuale e rende molto veloce la consultazione, ma non è sempre disponibile.
Se un sito decide di usare molti filmati flash o banner pubblicitari, la sintesi è in difficoltà.Se un giornale decide di usare dei pdf immagine per rendere la sua versione elettronica simile a quella di un giornale cartaceo ( perché poi, mi sfugge), la testata in questione sarà inaccessibile.
Di solito, io aggiro usando molto i siti stranieri, se la notizia è per esempio di informazione scientifica, e , con tanta pazienza, qualche sito accessibile in giro si trova comunque…

2) Youtube e facebook: un capitolo a parte
Non ho mai capito perché mai i social network sono quelli che faticano di più a usare la accessibilità universale.
Prendete il caso di youtube: spesso sono attratta da video di protesta o di denuncia.. ma come faccio a fruirne il contenuto se non mi viene descritto? Cari i miei colleghi giornalisti di strada, una giornalista cecata come me non se ne fa nulla di una bella cornice filmica, magari con tanto di musica: nelle informazioni, descrivete il filmato in modo che io possa usufruirne e magari, perché no? farvi da cassa di risonanza.. la stessa cosa succede su facebook: quando si mette una foto, si faccia uno sforzo anche per descriverla o chi ha problemi visivi sarà completamente tagliato fuori.

3) Documentazione cartacea
qui ci viene incontro qualcosa che non abbiamo citato prima, lo scanner più l'ocr.
Per il momento, lo scanner piano, proprio quello da tavolino che ha la forma di un foglio A4 resta insuperato, anche se cominciano a comparire gli ocr che usano la fotocamera dell'iphone o gli scanner a riga ultra portatili.
Limiti di entrambe queste tecnologie da borsetta, per così dire?
Richiedono una accurata inquadratura che con il problema visivo richiede parecchi tentativi ed una mano molto ferma  ( nel caso degli scanner a riga, è proprio impossibile usarli), non hanno ancora, come ocr, la precisione dello scanner piano.
A volte io sono costretta comunque ad usarli: lo scanner piano non ha una grande resa con i libri rilegati, la cui cornice ostacola la lettura.
Comunque per le riviste la cosa funziona così:
Pongo la rivista sullo scanner, aperta, di solito una pagina per volta, faccio partire la scannerizzazione.
Uso l'OCR per trasformare la "foto" in testo leggibile con la sintesi vocale.

4) Cronaca sul campo
Se devo documentare una situazione, per esempio una manifestazione o una conferenza, uso lo smartphone sia per registrare sia per inviare online la mia testimonianza.
Raramente, ma è possibile, uso youtube, dove ho un account apposito.
Naturalmente recarmi sul posto è un altro paio di maniche, visto che i buoni taxi per la città di Roma non li danno più e attualmente la mobilità è bloccata in una situazione di stallo.

Come vedete, il mestiere di giornalista non è incompatibile con la cecità, o con l'ipovisione, non si tratta di essere supereroi, bisogna certo avere preparazione, buona volontà ed una certa dose di pazienza.
Ecco, ora i miei parenti con mi considereranno più un'eroina.. ma a dire la verità c'è sempre un prezzo da pagare… no?

Posted by Francesco Saverio Simone on 09:09. Filed under . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0

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