LA LINGUA COME OCCHIO UNA SORPRENDENTE NOVITA' PER I CIECHI

ANCORA UN BEL PEZZO DI ROSA MAURO SUL MONDO DEI DISABILI VISIVI E LE NUOVE TECNOLOGIE DI COMUNICAZIONE


Cecità e future prospettive. La lingua come nuovo occhio

Salve, oggi parliamo di Star trek the next generation.. quello con il navigatore cieco che vedeva grazie a degli strani occhiali…
Ne parliamo perché , pian piano, ci stiamo arrivando anche noi.
No, non siamo ancora al livello del cieco navigatore di Star Trek che, grazie ai suoi occhiali speciali, aveva una vista praticamente normale: tuttavia una serie di tecnologie rendono quella immagine meno lontana nel tempo e meno fantascientifica.
Si è a lungo parlato delle protesi retiniche come il futuro della lotta alla cecità.
Non ne ripeto le caratteristiche, limitandomi a dire che esse costituiscono in effetti una ottima premessa per un certo tipo di cecità, quella della retinite pigmentosa, ed un certo tipo di target.
i criteri perché la protesi retinica abbia però successo sono, per ora, molto rigidi; la protesi funziona amplificando segnali retinici, dunque nell'occhio in cui essa è impiantata, la retina deve essere intatta e il nervo ottico funzionate.
Trattandosi a tutti gli effetti di una operazione, poiché il microchip deve essere adiacente alla retina, e anche complessa, ne sono esclusi tutti i soggetti che hanno patologie conclamate che rendono difficile una operazione e i soggetti di una età superiore.
Inoltre, ci deve essere stato un periodo sufficiente di visione , e questo esclude i ciechi dalla nascita.
Sono anche esclusi dalle protesi retiniche tutti i ciechi che sono diventati tali per un danno alla retina, al nervo ottico o ad entrambi.
L'operazione non  in convenzione ed ha un costo elevato, attualmente è realizzata con buon successo nell'ospedale di Pisa.
La imitazione delle protesi retiniche alla retinite pigmentosa fa si che si debbano cercare anche altre strategie per ridare la vista.
Alcune arrivano da altre vie, come spesso succede per le scoperte mediche.
Il BRAIN PORT, ad esempio, è una promettente tecnologia che è stata messa appunto per i pazienti sofferenti di ischemia al livello del tronco cerebrale, o in cui erano stati danneggiati, a causa di tumori o malattie, i centri dell'equilibrio.
A questi pazienti si otteneva un recupero dell'equilibrio grazie alla sostituzione del canale danneggiato con uno "sano", e la scelta è caduta sulla lingua, che presenta una ottima innervazione in un piccolo spazio e un ambiente decisamente conduttore della elettricità.
Il brain port, per i pazienti di questo tipo, funziona così:  sotto la lingua vi è un sensore che trasmette i segnali di tipo orientativo  ad una telecamera che conduce il segnale all'area giusta del cervello, che reagisce riconvertendoli nel modo corretto.
Si chiama in termini tecnici, stimolazione elettrotattile per amplificazione o sostituzione sensoriale, electrotattile stimulation for sensorial augmentation or substitution , che in termini semplici si traduce nell'usare un canale sensoriale o sostituirlocon altro  amplificandone la portata o modificandone le frequenze.
Si è scoperto in questo modo che era possibile usare la lingua come "nuovo occhio" , sulla base anche della esperienza di riconversione tattile che si attua, per esempio con il braille e con il tatto nei ciechi nati.
In pratica sotto la lingua viene posto un sensore che ne amplifica il segnale, il sensore trasmette impulsi visivi, con la frequenza e l'onda corrispondente all'area visiva, alla telecamera a pixel che li ritrasmette alla regione deputata alla vista.
In pratica abbiamo:

1) un sensore sublinguale che trasmette impulsi a basso voltaggio, da 5 a 15 volts , alla microcamera

2) Un trasformatore degli impulsi in frequenze adeguate alla corretta trasformazione corticale

3) una microcamera minimizzata in un paio di occhiali, che legge gli impulsi arrivati e li invia alla zona occipitale del cervello, deputata alla visione.

Il brain port non restituisce la vista ai ciechi, perché la elaborazione delle immagini è per forza di cose limitata.
Ma permette comunque di restituire una visione in bianco e nero di contorni e perfino di leggere con caratteri ingranditi nonché di camminare migliorando l'orientamento spaziale.
le forme che si vedono sono semplici, certo prive si quello spessore e contrasto che vengono evidenziate con la visione tradizionale, come d'altronde avviene con le protesi retiniche.
La visione migliora con l'esercizio, visto che è il cervello a dover reimparare o imparare ex novo, i segnali visivi, cioè riassemblare una visione e sarà certo migliore in chi ha avuto un periodo  di vista normale, ma non è impossibile educare l'area visiva anche nei ciechi nati.
Il brain port è attualmente un devices di supporto commercializzato, ad un prezzo decisamente costoso che potrete leggere in rete.
Il che è un bene e un male insieme, perché significa che la sua sperimentazione si è arrestata, mentre l'auspicio era che si estendesse per migliorarlo ulteriormente.
Anche così, è un ottimo ausilio, non invasivo, e relativamente universale come utilizzo..
Il suo costo, essendo la lingua una superficie relativamente piccola, non è proibitivo ed è per questo che è stato possibile commercializzarlo.
Certo quando si parla di costi non proibitivi non facciamoci illusioni, qui si parla di 10.000 $ come base di partenza..
Ma solo pochi decenni fa una cosa simile sarebbe stata relegata alla fantascienza.

Rosa Mauro
( @proprietà riservata)

Fonti: http://www.engadget.com/2009/08/14/brainport-lets-you-see-with-your-tongue-might-actually-make-it/

http://science.howstuffworks.com/brainport.htm

e, in italiano:
http://www.infomessina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=9108:il-soldato-che-qvede-con-la-linguaq&catid=102:scienza&Itemid=2

Posted by Francesco Saverio Simone on 09:19. Filed under . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0

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