PER OGNI PORTATORE DI PACE

                                                    
PEZZO DI NATALE ,,,, DI ROSA MAURO
IN REALTA' VORREMMO SPERARE OGNI ANNO CHE FOSSE UN ANNO DI VERA PACE MA OGNI VOLTA ABBIAMO L'AMAREZZA DELL'ILLUSIONE.

                                                              Per ogni portatore di pace

Li sentiamo ogni giorno, gli echi della guerra. Guerra non dichiarata, non voluta mai, almeno sembra, da nessuno.
Però sempre presente, nelle parole dei grandi capi, negli echi della retorica che ricopre morti vere, veri dolori.
Gente che esce per andare a fare la spesa in un mercato di Bagdad e non torna più.
O esce per sentire un concerto in un teatro parigino, e trova la fine della sua vita in un venerdì in cui voleva solo passare una bella serata.
O semplicemente gente che non esce, che non può andare a scuola, prendere la metro, e comperarsi una camicetta perché quel giorno scatta un allarme, invisibile, misterioso.
E tutti i media parlano, tutti si affrettano a stare dalla parte della guerra giusta, che come dice la canzone di Piero si serve di persone che hanno lo stesso umore, lo stesso sangue, ma le divise di due colori differenti.
A volte queste persone non si guardano nemmeno in faccia: chi guida droni lo può fare da casa sua in Connecticut e in un villaggio Afghano o siriano qualcuno muore.. E non necessariamente è il nemico.
Sapete però cosa sentiamo poco, ma esiste? Il suono di chi porta la pace.
I portatori di pace hanno il respiro silenzioso di chi parla piano perché deve rassicurare donne e bambini, hanno il suono dolce di ninne-nanne che tentano di coprire il suono dei cannoni.
Scrivo in questa notte tranquilla, nella mia città ancora tranquilla, perché questa notte la mia amica non dormirà nel suo letto, anzi, non dormirà nemmeno in un letto.
Lei si occuperà di vegliare sul sonno dei bambini, di bambini che sta conducendo in un posto più sicuro.
Si occuperà di dar loro da mangiare, di parlargli, di fargli comprendere che esiste ancora la vita, e non solo la fame, la morte, la guerra.
La mia amica è una operatrice di pace, e anche quelli che sono con lei in questo momento.
E io voglio scrivere del loro lieve respiro, della loro forte parola di pace che è tanto meno nota delle trombe di guerra.
Se il mondo non scompare è merito degli operatori di pace.
Se l'umanità non viene abbandonata alla sua stessa notte, è merito di chi non si mette a discutere su chi ha ragione o torto.
Che non parla di una religione o di un'altra, che non scomoda l'antropologia solo per giustificare sé stesso e poter dire io sono meglio di lui.
In questa notte come in tutte le altre notti, c'è gente che vuole credere ad un mondo unico, e giusto, di qualunque colore si sia, di qualunque religione si sia.
Si discute in questi giorni, sul presepe nelle scuole, sul valore di un atto, di un giorno. Ma il presepe, ma Dio, lo si ha nel cuore o non serve metterlo in una capanna finta, e non serve riprodurlo nei teatri, ogni religione ha il suo presepe, e si chiama pace.
Non credo che la mia amica abbia con sé un presepe, ma so per certo che ha con sè cibo, coperte, e la bandiera della pace dentro di sé.
Non posso seguirla in questo cammino, se non con queste righe, che magicamente mi trasportano da lei, con lei, in quell'angolo di muro dove ha deciso di dormire mentre ha ceduto la sua stanza e il suo letto a bambini che da giorni non ne vedevano uno.
MI trasportano tra quei bambini che è come se fossero tutti suoi, e dei suoi amici, una vasta famiglia che potranno seguire solo per un tratto e poi lasciare, sperando che il ricordo di questi giorni possa accompagnare questi bambini nella loro strada da adulti.
Se il respiro della pace non si spegne, dentro chi in questi giorni ha visto solo fame e dolore, se quella fiamma rimane viva, il futuro esiste ancora, e lo dobbiamo a loro.
Che non hanno i microfoni di tutto il mondo davanti alla faccia, pacche sulle spalle e parole trionfanti, perchè noi siamo migliori di loro.
Che non usano internet per inneggiare ad un dio folle che non è mai esistito, ma che semplicemente, stringono una mano, distribuiscono cibo.
Marciano davanti ad una moltitudine di vinti, che hanno i passi silenziosi di chi ha paura, cercando di dare coraggio.
Troviamo spazio dentro di noi, per i portatori di pace, troviamo spazio per la Pace.
Mai come oggi è stato tanto difficile.
Mai come oggi, ce n'è stato tanto bisogno.


Rosa Mauro

Posted by Francesco Saverio Simone on 08:22. Filed under , . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0

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