COSI' MUOIONO GLI INVISIBILI

QUESTO PEZZO E' NATO DA UNA RIFLESSIONE TRA ME E ROSA MAURO LEGGENDO
UN FATTO DI CRONACA DI QUESTI GIORNI DOVE SI CITAVA IN MANIERA ''SENTIMENTALE'' FALSANDO IN MANIERA BIECA LA REALTA'.
SI SCRIVEVA CHE IL CANE SI FOSSE SPENTO ABBRACCIATO ALL'ANZIANO CHE ERA MORTO.  INVECE LA VERITA' E' MOLTO DURA E DOLOROSA E LENTA, E' MORTO DI FAME E DI SETE VISTO CHE IL PADRONE FORSE PREDA DI UN MALORE E' POI MORTO E NESSUNO ERA IN GRADO DI DARE AL CANE ACQUA E CIBO. UN FATTO TERRIBILE NELLA TRAGEDIA DI UNA MORTE UMANA NEL SILENZIO DI TUTTI, CHE TRA L'ALTRO CI RENDE RESPONSABILI DUE VOLTE, IN PRIMIS COME PADRONE ISOLATO DI ANIMALI DOMESTICI, SE CI ACCADE QUALCOSA CHE SARA' DELL'ANIMALE? E IN SECUNDIS SE SIAMO SOLI PERCHE' ANCHE NEI CONDOMINI NON VI E' UNA RETE SOLIDALE DI CONTROLLO SOCIALE? PORCA MISERIA QUESTO VECCHIETTO E IL SUO CANE DOPO QUANTI GIORNI NON VEDENDOLI IN GIRO, UN CANE VA PORTATO A FARE I BISOGNI ALMENO DUE VOLTE AL GIORNO, CI SI DOVEVA ALLARMARE? QUI INVECE SOLO LA DOPPIA PUTREFAZIONE HANNO SPINTO QUESTI SCELLERATI A CHIAMARE QUALCUNO PER CONTROLLARE. SIAMO IN UNA SOCIETA'  SEMPRE PIU' GRETTA E ANONIMA E EGOCENTRICA.

http://m.ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/05/31/news/trovato-morto-abbracciato-al-suo-cane-1.15422519
                                           foto dal web


                                                        COSI' MUOIONO GLI INVISIBILI 

Dall'inizio dell'anno sono almeno sei casi.
Persone invisibili che muoiono, nelle loro case in condomini che non possono essere definiti formicai, perché gli insetti, la solidarietà, la conoscono.
Persone che vengono ritrovate dopo giorni, perché danno fastidio, perché ormai puzzano e diventano di nuovo visibili.
Forse lo sono state, un tempo, visibili: hanno lavorato e avuto amici, a volte si sono sposati e hanno avuto figli.
Poi gli amici se ne sono andati, per la loro strada o per la strada che tutti dovremmo intraprendere, anche la compagna o compagno di una vita é morta, i figli abitano lontano.
E allora l'invisibilità li ha avvolti e , per gli altri, non sono più esistiti.
La morte riscatta la loro vita da invisibile, per un momento, per il tempo che si abbatte quella porta e che li si ritrova.
Non da soli.
Spesso, a tener loro compagnia ci sono gli animali domestici, cani o gatti, che hanno sostituito il consesso umano, la compagnia di simili che non li riconoscevano più. Fedeli nella morte, dice la società ipocrita, i vicini perbenisti, gli indifferenti di professione.
Ma quali fedeli nella morte, quel cane o quel gatto sono spesso sopravvissuti ore, o giorni, alla fine del loro padrone.
Non siamo davanti a quei casi, purtroppo anche loro frequenti, di un animale che, nel periodo successivo, non riesce a fare a meno del suo padrone e si lascia andare, essendo stato portato ad un canile o, se particolarmente fortunato, in un'altra famiglia.
Ma erano nell'area di invisibilità dello stesso, così nessuno ha pensato, nessuno ha cercato.
Sono passati due, tre giorni. Quel signore gentile con il cane cui faceva le feste il mio bambino, dov'é? Ehi, ma il gattino soffice che di tanto in tanto scappava a quella signora un poco stramba dov'é finito? E la signora stramba?
Nessuno ci pensa, nessuno bussa a quella porta, nessuno sente. Vogliamo pensare e sperare che quella signora, che quel signore, siano magari morti subito, o dopo poco tempo.
Spesso si accerta che é così, ma questo non rende meno atroce lasciare il loro corpo decomporsi lentamente, senza pensarci.
E gli animali?
Prigionieri della gabbia della invisibilità, quegli animali che magari erano stati accarezzati e visti, vengono condannati a morte per la indifferenza che li ha colpiti insieme a chi si era preso cura di loro.
Dopo giorni di sofferenze, solitudine e dolore che, come i loro padroni, non hanno scelto, ma subìto.
Eppure ne parliamo, delle torture sugli animali, firmiamo appelli conosciamo, al contrario dei nostri predecessori che gli animali li uccidevano, ma se li tenevano in casa se faceva troppo freddo, la loro intelligenza e capacità emotiva.
Le conosciamo attraverso l'etologia, sappiamo che soffrono, che provano sentimenti, che hanno paura della morte e della solitudine.
Ci indigniamo di fronte al gruppo di ragazzini che taglia la coda al gatto o peggio, perché lì il cattivo é visibile, la tortura resa evidente dal fatto che quell'animale é fuori "visibile"
Ma di queste torture, di chi é la colpa? Non ci sono cattivi da accusare, forse perché sarebbero troppi.
Forse perché includerebbero quella signora che ha donato al canile municipale, quel dottore benemerito, quella famiglia tanto carina.
Quel cane, quel gatto,  hanno sofferto ore, miagolando, ringhiando, graffiando. Confidando in quell'uomo che avevano imparato a conoscere, non pensando che ci sono uomini e uomini. O meglio, che ci sono i padroni e poi tutti gli "altri".
Gli animali non sanno fare queste distinzioni, loro non sono uomini. "Qualcuno verrà e mi salverà" pensa quel cane accanto al padrone immobile "deve farlo perché altrimenti morirò e non merito di morire".
Ma non viene nessuno, così come nessuno é venuto per il loro padrone o padrona.
Così muoiono gli invisibili, con gambe o zampe, e poi cadono nell'oblio dopo una retorica dozzinale sulla loro "compagnia fino alla morte".
Due righe sui giornali, per mettersi l'anima in pace, e continuare a pensare che, dopotutto, noi siamo ancora vivi, anche se non basta respirare, per esserlo.


Rosa Mauro

Posted by Francesco Saverio Simone on 05:46. Filed under . You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0

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